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Visualizzazione dei post da aprile, 2008

Un grande anello preistorico nel cantiere del S. Anna

Un grande anello preistorico nel cantiere del S. Anna Roberto Caimi-Dario Lucca La Provincia Como 03-07-2007 SAN FERMO DELLA BATTAGLIA Risalirebbe all’Età del Bronzo o addirittura al periodo precedente - Resta un mistero il perché sia stato costruito Gli scavi archeologici hanno portato alla luce mura a secco che formano due cerchi concentrici con un diametro di 70 metri SAN FERMO DELLA BATTAGLIA «È sicuramente un ritrovamento molto particolare e, al tempo stesso, molto importante e inconsueto. Nel suo genere, come vastità e struttura, non trova confronti in tutta l’Italia del Nord». È questa la fotografia che la dottoressa Stefania Iorio, responsabile della Soprintendenza dei beni archeologici di Milano, fornisce su quanto ritrovato all’interno del cantiere del nuovo ospedale Sant’Anna. Cosa siano quei due grandi cerchi concentrici, settanta metri circa di diametro, quando e perché siano stati realizzati per il momento nemmeno l’archeologo sa, o forse preferisce attendere nuove confer

Arte rupestre della Valcamonica

Arte rupestre della Valcamonica di PIETRO M. TRIVELLI Domenica 03 Giugno 2007 Il Messaggero, roma SE un bisonte si sposa con un cavallo, nasceranno mostri mitologici? No, pargoli o pargolette, anche nella preistoria, quando i “contratti di matrimonio” erano già regolati da un codice. Le donne della tribù del bisonte dovevano accoppiarsi solo con maschi del clan del cavallo. Gli animali simboleggiavano il rispettivo gruppo totemico, appartenente al culto dello stesso totem. «Le figure rupestri sui matrimoni sono le testimonianze più antiche», spiega il direttore del Centro Camuno di studi preistorici, Emmanuel Anati. Ha annunciato la scoperta, per lui epocale, al Valcamonica Symposium 2007; in terra lombarda, dove la prima popolazione citata dal comasco Plinio il Vecchio fu proprio quella dei Camuni. Dal 1979 l'Unesco considera l'arte rupestre della Valcamonica Patrimonio dell'Umanità. Qual è la scoperta epocale? «E' la lettura dell'arte rupestre - risponde Anati - n

riemerge la storia di Selinunte

SICILIA - riemerge la storia di Selinunte LAURA NOBILE SABATO, 09 GIUGNO 2007 LA REPUBBLICA - Palermo Nel grande santuario urbano dell´acropoli di Selinunte, torna alla luce un pezzo di storia della città finora rimasto inedito. Una nuova stratigrafia che evidenzia le diverse fasi di vita del sito, dalla preistoria alla tarda età classica, e, con molta probabilità, anche un altro tempio ancora interrato. A scoprirla è stata la missione del professore Clemente Marconi, condotta per conto dell´Institute of Fine arts della New York University, in convenzione col servizio archeologico della Soprintendenza di Trapani. Marconi, considerato il più importante esperto delle sculture dei templi selinuntini, poco meno di un mese fa è tornato sull´acropoli di Selinunte con un team di dieci studiosi, per intraprendervi un nuovo rilievo nell´area tra i templi B e C, ma anche una campagna di scavi che già dopo tre settimane fornisce importanti risposte scientifiche. «In quest´area non si scavava più

Lo sguardo inquieto di Caravaggio

IL DIPINTO Lo sguardo inquieto di Caravaggio 10/06/2007 il mattino Dalle ricerche d’archivio alla riscoperta dell’ultima opera del grande pittore grazie a Banca Intesa Nicola Spinosa La Sant’Orsola confitta dal tiranno, così come l’opera viene segnalata nelle antiche carte di archivio, ebbi modo di vederla la prima volta giovanissimo, nel 1963 al Palazzo Reale di Napoli, in occasione di una mostra sul Caravaggio e sui caravaggeschi. Il dipinto, che era ancora di proprietà di Romano-Avezzana a Eboli, prima di essere di lì a poco acquistato dalla Banca Commerciale Italiana, era stato segnalato da Ferdinando Bologna ed esposto in mostra con una discussa attribuzione a Mattia Preti. Devo, tuttavia, confessare che, o per ignoranza o per inesperienza, forse anche per il mediocre stato di conservazione in cui l’opera allora si presentava, non ricordo che riportai una grande impressione di quel primo incontro con la Sant’Orsola. Così, invece, non fu dieci anni dopo, quando, entrato da poco a f

Suggestivo ritorno della Sirena Partenope

Suggestivo ritorno della Sirena Partenope Laura Caico Roma 12/06/2007 Una cerimonia suggestiva. Completato, dopo anni di lavoro, il complesso e delicato restauro della Sirena Partenope, intrapreso dall'associazione culturale "Mario Brancaccio" presieduta da Gaetano Brancaccio e da Vodafone Italia, l'antico gruppo scultoreo è tornato al suo posto, sul frontone del teatro San Carlo di Napoli, così come progettato da Antonio Niccolini nel 1816: per rimuovere il drappo celeste che ammanta la ritrovata bellezza dell'opera monumentale si sono riunite sul palco - approntato a ridosso della Galleria Umberto - le maggiori autorità cittadine, provinciali e regionali. Fra i presenti, il Governatore della Campania Antonio Bassolino, il presidente della Provincia Dino Di Palma, il sindaco Rosa Iervolino Russo, il Sovrintendente ai Beni Ambientali e Architettonici di Napoli Enrico Guglielmo, il Sovrintendente del teatro San Carlo Gioacchino Tomasi di Lampedusa e Luca Rossetto,

"Così scompare il patrimonio dell'antica Mesopotamia"

"Così scompare il patrimonio dell'antica Mesopotamia" Alix Van Buren la Repubblica, 14-06-2007 Diciotto santuari persi in un mese: parla Alastair Northedge, massimo esperto di Samarra TRE giorni di lutto nazionale in Iraq per i minareti sbriciolati del santuario di Askariyah: è plumbea la voce di Alastair Northedge, massima autorità mondiale nell'arte di Samarra, docente di Arte e Archeologia islamica alla Sorbonne parigina. Se nel febbraio del 2006, alla notizia del bombardamento di quello stesso mausoleo, lui tuonava contro la profanazione del culto, dell'arte e della storia, questa volta al telefono da Parigi ha il tono sconsolato di chi cerca rifugio nella rassegnazione: «Il fatto è», dice, «che la devastazione dell'Iraq è per certi versi dissimile dalla rovina toccata a tanti Paesi infestati dalle guerre: qui si assiste alla distruzione del patrimonio di una intera nazione, anziché di città isolate. Se infatti osserva la Seconda guerra mondiale, in Europa

La vera storia dell'Atleta di Lisippo a Fano

La vera storia dell'Atleta di Lisippo a Fano di NESTORE MOROSINI CORRIERE DELLA SERA 10-07-2007 BENI ARTISTICI Oggi Rutelli sarà nel luogo dove è sorta la controversia tra Italia e Getty Museum Fu pescato al largo, sotterrato e venduto per tre milioni e mezzo FANO — A chi appartiene una delle statue più importanti dell'antica Grecia? All'Italia, come sostiene Francesco Rutelli, ministro dei Beni culturali che oggi è in visita a Fano, oppure al Paul Getty Museum di Malibu, come sostengono gli avvocati americani che lo rappresentano? Quello dell'Atleta di Lisippo è un «giallo» affascinante. Ricorda il professor Alberto Berardi, ex assessore alla Cultura della provincia di Pesaro-Urbino, che sulla statua ha effettuato un bel numero di indagini: «Era l'alba di un venerdì dell'estate 1964, quando il peschereccio "Ferri Ferruccio", comandato da Romeo Pirani, trasse a bordo una statua piena di incrostazioni. Sull'imbarcazione lavoravano, oltre a Pirani, V

PAESTUM - I tre templi della grandezza greca

PAESTUM - I tre templi della grandezza greca PAOLA DESIDERIO 13/07/2007 IL MATTINO Milioni di turisti hanno visitato i resti di Paestum, diventati ormai vanto nazionale La fondazione della città di Poseidonia si deve ai Greci Sibariti che nel VII° secolo avanti Cristo approdarono nella rigogliosa pianura che si estendeva a sud del fiume Sele. Strabone, geografo-storico vissuto nell'età di Augusto, sosteneva che i primi ad approdare a Paestum furono Giasone e gli Argonauti i quali, per ringraziare la Dea Hera di Argo che li aveva protetti durante il loro lungo viaggio in mare, fondarono sulla sponda sinistra del fiume un tempio dedicato alla dea. Di questo tempio sono state rinvenute soprattutto le numerose metope che ne decoravano la parte superiore, oggi custodite nel Museo Archeologico Nazionale di Paestum. Per anni ignorati e abbandonati, i tre templi dorici che assieme alla Tomba del Tuffatore sono il simbolo di Paestum nel mondo, furono riscoperti nel diciottesimo secolo dagli

ARCHEOLOGIA. Scoperto un favoloso tesoro vichingo

ARCHEOLOGIA. Scoperto un favoloso tesoro vichingo Sabato 21 Luglio 2007, Il Giornale di Vicenza IL RITROVAMENTO AVVENUTO PER CASO MENTRE DUE CERCATORI D’ORO PER PROFESSIONE STAVANO SETACCIANDO UN PODERE CON UN METAL DETECTOR Composto da 617 pezzi, è esposto al British Museum di Londra. Il più importante trovato in Inghilterra da oltre centocinquant’anni Molti degli oggetti provengono da regioni lontane come la Russia e l’Afghanistan Alcuni modelli fanno riferimento all’islam, alla cristianità e a una religione pre-cristiana Un favoloso tesoro vichingo, composto da 617 pezzi in argenti, un bracciale a fascia e un tamburo rivestito d’argento, è stato scoperto con dei metal detector in Gran Bretagna. Lo ha reso noto il British Museum. Secondo il museo londinese si tratta del più importante tesoro dei Vichinghi scoperto nel paese da più di 150 anni. Il suo ritrovamento si deve a due britannici, David Whelan, 60 anni, e il figlio Andrew, 25 anni, cercatori d’oro per professione, che si sono

ILLASI. La necropoli di Arano rivelata

ILLASI. La necropoli di Arano rivelata Vittorio Zambaldo Lunedì 23 Luglio 2007 , L'ARENA I risultati preliminari di tre mesi di scavi effettuati dalla Soprintendenza sono stati illustrati alla popolazione Reperti del 2000 avanti Cristo Le 50 tombe rinvenute risalgono all’antica età del Bronzo Necessari un paio d’anni per l’analisi completa dei resti La sfida ora è l’accordo con i privati È probabilmente dell’antica età del Bronzo, tra il 2100 e il 1900 avanti Cristo, la necropoli trovata a Cellore, in località Arano, lo scorso marzo su un terreno destinato a una lottizzazione. «È necessaria la datazione con il carbonio 14 per avere l’approssimazione più vicina possibile», anticipa Luciano Salzani, l’archeologo che è il direttore del Nucleo operativo di Verona della Soprintendenza ai beni archeologici del Veneto, «ma questo sarà possibile solo fra un paio d’anni, quando si avranno le analisi complete sui resti delle 50 tombe». Sei sono ancora da aprire, ma gli esperti non escludono

Un parco archeologico per la Stonehenge di S. Fermo

Un parco archeologico per la Stonehenge di S. Fermo Roberto Caimi La Provincia Como - 26 luglio 2007 SAN FERMO DELLA BATTAGLIA - Un parco archeologico accanto al nuovo ospedale Sant’Anna per proteggere e valorizzare quella che, fatte le debite proporzioni, è la «Stonehenge» comasca. Tanto per scomodare un sia pur lontano illustre parente. Nella piana dei Tre Camini la tecnologia del ventunesimo secolo, in questo caso applicata all’assistenza medica, va braccetto con riti e usanze della lontana preistoria sotto forma di un osservatorio astronomico di cinquemila anni fa. Un ritrovamento, quest’ultimo, definito dagli stessi esperti che stanno da mesi stanno portando avanti gli scavi, unico nel suo genere per quanto riguarda il territorio italiano. Qualcosa di simile lo si può trovare nel Nord Europa, in particolare in Germania e in Irlanda. «Sicuramente siamo di fronte ad un antico luogo sacro che verrà adeguatamente protetto e valorizzato per il pubblico» conferma Stefania Iorio, sovrint

Un cimitero preistorico sotto l'ospedale

Un cimitero preistorico sotto l'ospedale Mirko Molteni La Padania 27/7/2007 SAN FERMO - Quasi uno scherzo del destino. Così il presidente della Provincia di Como, il leghista Leonardo Carioni, commenta la sensazionale scoperta archeologica a San Fermo della Battaglia, presso il cantiere del nuovo ospedale Sant'Anna. Era stato proprio l'esponente del Carroccio a premere perché in quella zona, e non altrove, trovasse sede la nuova struttura ospedaliera. E ora, grazie ai lavori di sbancamento della terra superficiale, sta emergendo un antico complesso funerario la cui posizione, per giunta, non interferisce con la costruzione del nosocomio. Como si ritrova quindi cori un prezioso sito archeologico, databile ad almeno tremila anni fa, senza dover rinunciare al nuovo Sant'Anna. Meglio di così, insomma, non poteva andare. La stampa locale già parla di una nuova Stonehenge, ma Carioni invita alla calma: «Mi sembra per il momento affrettato definire il complesso una nuova Stone

Una diga inghiottirà Hasankeyf, villaggio meraviglia del mondo

Una diga inghiottirà Hasankeyf, villaggio meraviglia del mondo Luisa Morgantini 31 luglio 2007, Liberazione La costruzione della diga di Ilisu sta per sommergere uno dei tesori della Turchia sud-orientale curda. Hasankeyf è un esempio di cultura mesopotamica nel triangolo compreso tra Diyarbakir, Batman e Mardin; è un museo all'aperto di 12mila anni, arroccato sulle sponde rocciose del Tigri. Le sovrapposizioni di civiltà e culture dell'intera regione si mostrano nelle tracce di antichissimi insediamenti umani, con le centinaia di grotte, nell'elegante minareto della moschea El-Rizk e, sulla riva opposta, le tombe monumentali, una cupola su cui sono visibili le tessere di ceramica azzurra che ricordano la vicina arte persiana. Oggi tra le vestigia di Hasankeyf vivono pastori e agricoltori curdi, ma anche artigiani, venditori di souvenir, e Mehmet che ci serve il pane e il kebab in un piccolo ristorante sulle rocce, di fronte ad una vista mozzafiato. Anche loro rischiano di

Tombe etrusche intatte dopo duemila anni

Tombe etrusche intatte dopo duemila anni IRENE BLUNDO LA NAZIONE 12-08-2007 Eccezionale scoperta a Civitella Paganico Roride giorno e notte per il timore dei furti INVIOLATA per oltre duemila anni. Nascosta dalla vegetazione del bosco e da rigogliosi lecci, una tomba etnisca del periodo Ellenistico è stata scoperta a Casenovole. Una piccola località nel comune di Civitella Paganico, a 45 chilometri da Grosseto. Un ritrovamento archeologico di grande significato. Un colpo sfuggito anche ai più esperti tombaroli. Già sedici le urne cinerarie venute alla luce, insieme a vasi di bronzo e ceramica, E a monete che potranno dirci con certezza il periodo della sepoltura. Ma è ancora troppo presto per lare un bilancio. Le operazioni andranno avanti almeno per altri due giorni. VICINO al medievale castello di Casenovole, l'associazione archeologica «Odysseus» sta conducendo gli scavi in collaborazione con la Soprintendenza ai Beni archeologici di Siena. «E' noto che questa sia una zona d

Riflessioni su pensiero e tecnica

Corriere della Sera 28.4.08 Riflessioni su pensiero e tecnica Severino e i valori dell'Occidente di Leonardo Messinese La lezione di Parmenide e il confronto con Gentile e Leopardi Nel suo scritto sul «Corriere» («La filosofia salverà l'Europa », 6 aprile 2008) Emanuele Severino osserva che è «l'essenza del pensiero filosofico» a mostrare come il dispiegamento della «massima potenza» non sia più nelle mani di un «Dio eterno», ma in quelle della scienza e della tecnica. In un precedente intervento («Platone la Tecnica e il Mondo Globale», 22 marzo 2008), egli aveva rilevato che risulta vano appellarsi all'uno o all'altro dei «valori eterni» della civiltà occidentale per assicurare all'Europa la sua «salvezza ». Molto spesso gli scritti politico-culturali di Severino, isolati dal loro contesto teorico-fondativo, corrono il rischio di non essere adeguatamente compresi, mentre quel contesto è di primaria importanza. Propongo due riflessioni. Quando Severino sottolin

EGITTO: ARCHEOLOGIA, SCOPERTE GIGANTESCHE STATUE DEI FARAONI A LUXOR

EGITTO: ARCHEOLOGIA, SCOPERTE GIGANTESCHE STATUE DEI FARAONI A LUXOR TRA DI ESSE ANCHE UNA COPPIA DI SFINGI IN GRANITO NERO Il Cairo, 27 apr. - (Adnkronos) - Nuovi ed eccezionali ritrovamenti archeologici a Luxor, in Egitto, dove sono state state portate alla luce numerose gigantesche statue dell'eta' dei faraoni nell'area dei Colossi di Memnone, databili tra il 1.500 e il 1.200 a.C. Durante gli scavi della missione tedesco-egiziana, diretta dal professor Hourig Sourouzian, sono state scoperte una statua colossale raffigurante la regina Teye, una coppia di sfingi rappresentanti la coppia regale Amenhotep III-Teye ed altre statue dedicate alla dea leone Sekhmet.

In Macedonia il sepolcro di Alessandro

LA SCOPERTA ARCHEOLOGICA In Macedonia il sepolcro di Alessandro Emanuele Perugini 25/04/2008 IL MATTINO È di Alessandro Magno e non del padre Filippo II il corredo funerario scoperto negli anni ’70 in una tomba in Macedonia. Ne sono convinti due archeologi, uno americano e l’altra greca, che hanno studiato in maniera approfondita il tumulo reale macedone portato alla luce nel 1977 da Manolis Andronikos nei pressi del villaggio di Verghinia. In particolare i due ricercatori ritengono che il corredo funerario scoperto in una delle tre tombe fosse in realtà appartenuto allo stesso Alessandro Magno e non a suo padre, assassinato da una congiura nel 336 avanti Cristo. come fino a oggi ritenuto. Tra i reperti tornati alla luce, un elmo di ferro, uno scettro lungo circa due metri, una corona d’argento, una meravigliosa corona d’oro, uno scudo da cerimonia, e tanti altri oggetti segni della dignità reale. Il cimitero reale macedone è costituito da un tumulo in cui sono state trovate tre tombe,

Lombardia, una tomba di cemento per il verde

Lombardia, una tomba di cemento per il verde Coldiretti Milano e Lodi Il Manifesto (Milano) 24/04/2008 Una colata di cemento si sta mangiando i campi della Lombardia. A lanciare l`allarme sono le associazioni delle imprese agricole, Coldiretti di Milano e Lodi, Confagricoltura e Cia che hanno presentato i dati sul trend di scomparsa delle aree verdi attorno al capoluogo e nelle altre province della regione. Fra la provincia di Milano e l`area metropolitana si arriva, secondo dati del Politecnico, a oltre il 42 per cento del consumo di suolo con quasi 840 chilometri quadrati fra terreni già urbanizzati e altri ancora da edificare. La situazione peggiore si registra nella zona a nord di Milano (con una fetta già consumata e a rischio dell`83 per cento), all`interno del capoluogo (70 per cento), nel Rhodense e nel Legnanese che si attestano sul 58 per cento e la Brianza sul 54 per cento. "A forza di asfalto e cemento rischiamo di trovarci senza più terreni sufficienti da coltivare, c

L'altra guerra in Iraq "Ci rubano la storia". I siti delle città sumere devastati dai ladri. E dalle basi americane

L'altra guerra in Iraq "Ci rubano la storia". I siti delle città sumere devastati dai ladri. E dalle basi americane Giordano Stabile LA STAMPA, 20-09-2007 Disperati appelli degli archeologi «Danni incalcolabili» “E la fine della storia», ha titolato il quotidiano inglese The Independent citando la sconsolata archeologa libanese Joanne Farchakh. Fine della storia, ma non nel senso di Fujimori e nella sperata cessazione di tutti i conflitti per l'umanità. Quello che sta finendo in Iraq sono le basi materiali della storia, le testimonianze delle antiche civiltà, le prime società urbane comparse sulla Terra, assieme alla matematica, l'astronomia, la scrittura. Dal 2003, impunemente, venti chilometri quadrati di antichissimi insediamenti urbani sono stati scavati dai ladri, distruggendo tutto tranne i gioielli e gli altri oggetti facilmente vendibili sul mercato dei collezionisti di reperti archeologici. «Non un metro di queste capitali sumere, che giacevano sotto la s

Cerveteri, il miracolo di due tombe intatte

Cerveteri, il miracolo di due tombe intatte Paolo Fallai Corriere della Sera, 22 settembre 2007 Archeologia. Un ritrovamento straordinario ai margini della piazza Sacra: giovedì prossimo l'inaugurazione dell'area Corredi funerari, vasi e specchi bronzei: la Necropoli è ancora più ricca Non è solo un'area sacra da oltre tremila anni: Cerveteri è veramente il luogo dei miracoli. L'ultima testimonianza è la scoperta di due tombe completamente intatte ai margini della piazza sacra, scavata con passione di fianco alla Tomba delle Cinque Sedie. Un ritrovamento straordinario in un'area che non ha uguali in tutta l'Etruria. Siamo a quaranta chilometri da Roma, nel pianoro della Banditacela, do ve si trova la più estesa (circa 150 ettari) tra le Necropoli Ceretane. Qui si trovano testimonianze di tutto il millennio etrusco, dal periodo villanoviano al secondo secolo. Protagonista di questo ritrovamento il Gruppo Archeologico Romano che dal 2003, grazie ad una convenzione

Ebla, Dove le donne avevano prestigio e potere, già 2300 anni a.C.

Archeologia. EBLA. Le due regine d'oro e d'argento. Le straordinarie scoperte dei ricercatori della Sapienza nell'antica città della Siria. Dove le donne avevano prestigio e potere, già 2300 anni a.C. PAOLO MATTHIAE il Messaggero, 15 ottobre 2007 UN’ATMOSFERA raffinata e un prestigio inatteso circondavano le donne alla corte di Ebla 2300 anni prima di Cristo, quando Sargon di Akkad ”il signore delle battaglie”, dalla Bassa Mesopotamia risalendo il corso dell’Eufrate, intervenne in Alta Siria e sconvolse quel mondo sofisticato, dove potenti ed abili politici, cresciuti in un mondo profondamente impegnato delle contemporanea cultura di Sumer, concepivano ambiziosi progetti imperiali. Come non accadeva in alcuna altra parte del mondo civilizzato di quei tempi, nel palazzo di Ebla durante il governo del re Ishar-Damu, che proprio al grande Sargon dovette soccombere, gli anni di regno spesso prendevano il nome da eventi ed opere delle regine: così, un anno si denominava da un vi

A Palazzo Te cento capolavori dell´arte greca

A Palazzo Te cento capolavori dell´arte greca CHIARA GATTI MARTEDÌ, 22 APRILE 2008 LA REPUBBLICA - Milano Nella vivace capitale dei Gonzaga fioriscono gli eventi di qualità Eccone due per il lungo weekend «C´è un solo modo per noi di diventare grandi e forse ineguagliati ed è l´imitazione degli antichi». Lo diceva Winckelmann, il celebre archeologo e storico dell´arte settecentesco, i cui insegnamenti aleggiano sullo sfondo della mostra La forza del bello, dedicata al mito della Grecia classica, curata da un antichista coi fiocchi come Salvatore Settis e da Maria Luisa Catoni (catalogo Skira) nelle sale affrescate di Palazzo Te a Mantova. Qui 120 capolavori arrivati dai musei di mezzo mondo sono al centro di una mostra che ribadisce il ruolo di capitale della cultura ormai conquistato da Mantova a dieci anni dal primo Festivaletteraura, intelligente e fortunato apripista di tutta una serie di eventi successivi. Filo rosso del percorso: l´ossessione che autori come Winckelmann, Canova e

Salvator Rosa. L'artista più amato dai romantici

La Repubblica 21.4.08 Salvator Rosa. L'artista più amato dai romantici Lavorò a lungo per la corte medicea ma dopo una lite tornò a Roma Il merito di aver ristabilito la realtà è di Luigi Salerno con la biografia Il mito di un personaggio guascone, mago, filosofo e brigante Per la prima volta l´Italia dedica un´intera rassegna all´esuberante pittore: al museo di Capodimonte NAPOLI. Rimasto finora ai margini della grande abbuffata espositiva di questi ultimi decenni, Salvator Rosa è tornato prepotentemente alla ribalta in questi mesi, prima come uno dei principali poli d´attrazione dell´eccellente rassegna sulla pittura napoletana del ‘600 nelle collezioni medicee, tenutasi di recente agli Uffizi, ed ora, nella sua Napoli, come protagonista assoluto della prima mostra monografica che gli sia stata dedicata in Italia (Salvator Rosa tra mito e magia, Museo di Capodimonte, fino al 29 giugno). Nato nel 1615 a Napoli, ma attivo principalmente in Toscana, dove si trattenne per nove anni a